Tutto di te… e di me!

Emma Black

Le mie letture

Bentrovat* sul mio blog!

Certo che ne è passato di tempo! Non me n’ero resa conto, ma del resto va così quando la scrittura ti assorbe al massimo 😉 Oggi però vorrei parlarvi delle mie ultime letture, sperando di fare cosa utile. Come sapete, non seguo le mode, ma leggo libri che mi ispirano sul momento, magari per la cover o per la trama. In generale, sono i thriller e i gialli ad appassionarmi, ma in questo caso credo di essere riuscita a ricoprire diversi generi. Scopriamolo insieme 😉

Titolo: Una di famiglia

Autore: Freida McFadden

Genere: Thriller

Voto: 5 stelle

Una scrittura ironica e leggera, per una storia davvero sorprendente, in cui niente è ciò che sembra!

Titolo: Echo Team

Serie: Phoenix Series 9

Autrice: Simona Diodovich

Genere: Military suspense, Rosa

Voto: 5 stelle

Un (quasi) finale per una serie emozionante, in cui adrenalina e azione si accompagnano a emozioni forti e sentimenti appassionati!

Titolo: No way out

Autrice: Cecilia K.

Genere: Rosa, suspense

Voto: 5

Stile appassionante, vicenda complicata e due protagonisti forti, pieni di segreti e aventi alle spalle un passato doloroso. La ricetta perfetta per un libro mai banale!

Titolo: Prigioniera del cuore

Autrice: Victoria Holt

Genere: Rosa storico

Voto: 2

Il premio “ciofeca del mese” va a questo libro, la cui protagonista sembra mezza scema e molto superficiale. Il cuore? Non ho capito dov’era. Prigioniera? Non si capisce di cosa. Forse dei suoi capricci. Bocciato su tutta la linea.

Sto leggendo altri libri, ma di tutti mi manca il finale, perciò ve ne parlerò più avanti. Per oggi è tutto ma… Prima di salutarvi, vi ricordo che il mio ultimo romanzo, I DO, è su tutti gli store. Una storia che parla di famiglia, di poli che si attraggono, di vino, mutandoni ottocenteschi e di molto, molto altro!

E voi lo avete già letto? Lo avete recensito? Ricordate che la vostra opinione è importante, perciò non esitate a esprimerla! Io vi do appuntamento alla prossima e vi auguro tante buone letture!

La vostra Emma Black

Recensione:”Il giardino d’estate” Di Paullina Simons

Felice lunedì, gente! Come state, come va con la calura? Io mi godo il clima secco e ventilato della Germania, ma intanto leggo e infatti ho finito anche l’ultimo volume della trilogia del Cavaliere d’Inverno. Ve ne parlo qui sotto ma attenzione, ci sono spoiler!

Autore: Paullina Simons

Genere: Narrativa rosa e storica

Anno: 2013

VOTO: 4

Trama (fonte Amazon): La travolgente storia d’amore tra una donna coraggiosa e un uomoin lotta per ritrovare la pace con il mondo e con se stesso. Dopo annidi dolorosa separazione, Tatiana e Alexander sperano di realizzare iloro sogni di libertà in America. Il figlio Anthony è la prova viventeche nessuna distanza può tenerli lontani. Eppure si sentono estranei, ancora turbati dai fantasmi delle tragedie vissute. Ex capitano dell’Armata Rossa, Alexander vive con sospetto e paura il clima della Guerra fredda e Tatiana non riesce a ritrovare con lui l’intimità di untempo. Quando Anthony si arruola volontario in Vietnam e scomparenella giungla, Tatiana e Alexander sentono che gli incubi del passato sono tornati. Potranno ancora passeggiare nel Giardino d’Estate?

Come sapete, ho lette e recensito il primo volume della serie, usando termini altisonanti e letteralmente conquistata dall’epica storia d’amore tra la giovanissima, ingenua Tatiana e il suo Alexander, Shura, Barrington. Ho anche letto il secondo, ma ho scelto di non recensirlo perché estremamente noioso, ripetitivo fino all’inverosimile: si salvava solo nella parte finale. Per questo volume finale voglio scrivere una recensione con spoiler perchè sento il bisogno di sfogarmi. E dunque… Una cosa su tutte: se nei primi due volumi i due eroi dimostrano di avere la guerra dentro e di sopravvivere bene, ma di non essere altrettanto bravi a vivere, nel capitolo finale quella vita che avevano sognato si concretizza. Il Cavaliere D’inverno era stato poesia. Il Giardino d’estate è la realtà, con tutte le sue sfaccettature. Vediamo Tania e Shura finalmente riuniti sotto lo stesso tetto – più di uno – con il loro piccolo Anthony, ma le loro anime sono rotte, frammentate, divise e distanti. Alexander lotta con il dolore, i ricordi, sicuramente un disturbo post traumatico davvero terrificante. Tania, invece, come sempre si sforza di essere forte per lui, di tenere insieme quel puzzle che la sua vita è, e c’è da dire che fa sia del suo meglio sia del suo peggio. Onestamente, l’ho odiata a lungo e, anche se continuavo a giustificarla in mille modi diversi, tutti attendibili, pensavo sempre che fosse una stupida. Perchè tacere sul fatto che il Governo voleva parlare con Alexander, per esempio? Ha complicato inutilemente le cose. Perchè adottare anno dopo anno quell’atteggiamento servilistico (così definito dallo stesso Alexander), utile solo a farle ottenere ciò che voleva per se stessa (il lavoro, l’indipendenza, una parte di vita non legata alla guerra né ad Alexander) per poi trincerarsi dietro il classico “Lo faccio per la famiglia”? Ripeto, di giustificazioni Tatiana ne ha in abbondanza, ha ragione da vendere e in quanto donna emancipata e sposata da molti anni comprendevo benissimo certi suoi atteggiamenti. Però… non la sopportavo lo stesso! Non che suo marito fosse migliore di lei, intendiamoci. Quei suoi scatti d’ira, il modo in cui fanno sesso (che noia tutte quelle parti, davvero, non ne potevo più), quel suo cedere sempre alla moglie mi innervosivano parecchio. Diciamo comunque che, tra i due, preferivo lui, che sapeva ammettere gli errori e tentava di parlarne. Tatiana è un muro di gomma, quando le conviene. Poi piange sempre durante il sesso, trema, non parla… Io le avrei voltato le spalle da un pezzo. Alexander invece è un mezzo santo e non lo fa.

La vita, dicevo, finalmente arriva, si concretizza. I sogni prendono forma, arriva una casa, arriva un lavoro, ma per anni le incomprensioni tra i due e questo continuo nascondere la testa sotto la sabbia rende il matrimonio difficile, la lettura pure. Fino a che, finalmente, come mi aspettavo (la trama è piuttosto prevedibile) arriva il Vietnam. Anthony si arruola, scompare ma stavolta, sorpresa (sono ironica, anche questo era prevedibile), è Alexander ad andare a cercarlo. Lo vediamo un’ultima volta armato, ferito, deciso a salvare chi ama. E poi, una volta a casa, finalmente la pace. Passano gli anni, i figli arrivano, crescono, se ne vanno e tornano con mogli e figli. Alexander e Tatiana invecchiano e finalmente del passato non resta che la dolcezza. La dolcezza di una carezza, di uno sguardo, di un amore ingenuo tra due giovani che la guerra ha tentato invano di annientare. E sono molto felice che la Simons non abbia fatto morire più nessuno, perchè dopo essermi sorbita le continue lagne di Tania, quel suo incessante toccare il marito anche quando lui non vuole, i discorsi sulla politica, i pianti di lei mentre fa sesso, etc. etc., il lieto fine me lo meritavo pure io!

In conclusione… Trilogia da leggere? Assolutamente sì. Personaggio preferito? Molti dei minori, per esempio Vikki. Scena indimenticabile? Molte, non tutte romantiche, anzi, le liti mi sono rimaste impresse. Il viaggio è stato lungo e complesso, sofferto e affascinante, ma è valsa la pena farlo tutto.

E per oggi mi fermo qui. Alla prossima, la vostra Emma.

Recensione: “Il bacio del traditore” di Anna Grue

Rieccomi con una nuova recensione! Questa volta vi porto in Danimarca per un crime molto piacevole, che ho ascoltato grazie a Storytel. Siete pront*? Andiamo!

Autore: Anna Grue

Genere: Thriller e Crime

Anno: 2015

Voto: 4

Trama, fonte Amazon. Il secondo caso del Detective Calvo.

Nella cittadina di Christianssund – un posto tranquillo affacciato su un bel fiordo, con un delizioso centro storico impreziosito da case a graticcio e da colorate piante di malva – si viene a sapere di un giovane cacciatore di dote che, per tutta la Danimarca, seduce e poi abbandona facoltose donne di mezza età che rincorrono un irraggiungibile sogno d’amore. Anche Ursula Olesen è caduta nella rete, e quando scopre che l’uomo che doveva sposare è scomparso con il suo intero patrimonio, decide di rivolgersi a Dan Sommerdahl, il brillante ex pubblicitario che un esaurimento nervoso ha spinto a lasciare una carriera di successo per indossare i panni del detective privato. Dan si mette subito al lavoro, e scopre presto che la losca attività del seduttore sconosciuto è collegata al brutale omicidio di uno studente appassionato di computer, membro di una rigida e inquietante comunità religiosa. Seguendo la traccia di un misterioso tatuaggio dai mille significati, in coppia – o forse piuttosto in gara – col suo amico di sempre, il commissario Flemming Torp, Dan cerca di mettere le mani su un uomo pericoloso e sfuggente, dalle molteplici identità. La sua indagine, condotta talvolta con eccessiva autonomia e un pizzico d’ingenuità, lo porterà fino alle strade infuocate di Goa, a caccia di un fatale truffatore dalla personalità complessa e dal passato difficile.

Come spesso succede, ho iniziato questa serie non dal primo volume, ma dal secondo. Tuttavia, non ho avuto alcun problema, perchè si tratta di un vero auto conclusivo. La storia è originale e affascinante. Jay è un camaleonte, che si traveste e cambia personalità per sedurre donne sole, attempate ma soprattutto ricche. Svuota loro il conto e le lascia, per poi passare alla vittima successiva. Ma una di queste assume Dan, il detective calvo. Padre di famiglia, con un passato turbolento alle spalle ma un presente felice, Dan accetta il caso solo perché glielo chiede sua figlia, ma poi resta coinvolto nella vicenda, al punto da mettersi in gioco personalmente. A volte brillante, altre volte ingenuo, sembra non rendersi conto dei suoi limiti e, come detective, spesso è troppo istintivo, ma mi è piaciuto e credo che leggerò altro di suo. Stavolta, magari, partirò dal primo volume 🙂 Bellissima l’ambientazione nordica e la caratterizzazione dei personaggi. Se però, come me, ascolterete l’audiobook, preparatevi a un narratore che non conosce l’inglese e che col suo tono unifome e monotono rischia di annoiarvi a morte… Resistete, ne vale la pena.

Alla prossima, la vostra Emma!

Recensione: “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons

Bentrovat* amic* 🙂 Oggi vi parlo di un libro che mi ha fatto sognare come pochi altri al mondo e che, pur essendo datato, per me resta senza tempo!

Autore: Paulina Simmons

Genere: Rosa Storico

Anno: 2012

Voto: 5

TRAMA (fonte: Amazon). Leningrado, estate 1941. Tatiana e Dasha sono sorelle e condividono tutto, perfino il letto, nella casa affollata dove vivono con i genitori.Una mattina il loro risveglio è particolarmente agitato: Dasha ha un nuovo innamorato e non vede l’ora di raccontare tutto a Tatiana. Maun annuncio alla radio manda di colpo in pezzi la loro serenità: il generale Molotov sta comunicando che la Germania ha invaso la Russia.È la guerra. Uscita per fare scorte di cibo, Tatiana incontra Alexander,giovane ufficiale dell’Armata Rossa, e tra loro si scatena un’attrazione irresistibile. Ancora non sanno che quell’amore è proibito per entrambi e potrebbe distruggere per sempre ciò che hanno di più caro.Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa micidiale, riducendola allo stremo, la dolce Tatiana e il valoroso Alexander troveranno nel legame segreto che li unisce la forza per affrontare avversità e sacrifici. Con la speranza di un futuro migliore.

Come spesso capita, avevo questo libro in lista da un’eternità e mi sono decisa a leggerlo solo per alternare qualcosa di più rosa alla marea di thriller e crime nordici che mi sto sciroppando da alcuni mesi 😉 Solo in questi giorni, quindi, mi sono accorta di quanto io sia stata sciocca. Questo libro è epico. Assolutamente imperdibile. E adesso provo a spiegarvi perché.

Nelle prime pagine conosciamo Tatiana, una ragazza di diciassette anni che, allo scoppio della seconda guerra mondiale, è ancora pura e innocente. Così beatamente ingenua che, anziché correre a comprare le derrate alimentari come suo padre le ha chiesto di fare, se ne va in giro a perdere tempo e, alla fine, si siede su una panchina a mangiare un gelato. Sciocca, direi. E in effetti gliene ho dette di peggiori. Ma poi mi ricordavo della sua età, di quel vestito vezzoso che aveva indossato, delle scarpe scomode e di come, essendo tanto giovane, fosse impossibile per lei rendersi conto di quanto e di come il mondo sarebbe drasticamente cambiato. E proprio allora, dall’altra parte della strada, Tatiana vede un ragazzo che la osserva. I loro sguardi si trovano, s’incatenano ed è subito insta-love, che io amo e in cui credo. Ma questo è solo l’inizio. Perchè quell’amore crescerà piano piano, in una spirale di dolore, angoscia, fame – tantissima fame – e perdita. La guerra, il freddo, gli stenti toglieranno gradualmente a Tatiana tutti i suoi affetti. Nonostante l’amore che lei prova per la famiglia non venga molto ricambiato e anzi, lei venga continuamente sfruttata e ritenuta debole e sciocca, Tatiana dimostra una tempra incredibile. Forte del sentimento che la unisce ai suoi cari, si dedica a loro con impegno e costanza. Compie molti sacrifici, affronta il freddo e la paura, ma dalle sue labbra non esce mai un lamento. E l’amore che sente crescere per Alexander, il suo soldato, è il suo unico angolo di paradiso. Il suo rifugio, per stare nel quale lei nega a se stessa ogni altra felicità. Non lo guarda, non lo tocca, gli parla paco, se sono davanti ad altri. Non vuole che sua sorella Dasha soffra, che Alexander sia costretto ad andarsene o che lei stessa sia costretta a scegliere tra lui e la famiglia. Perchè, in fondo, a 17 anni, per Tatiana la famiglia è davvero tutto.

E Alexander, o meglio, Shura? Ha solo 23 anni ma è già un uomo. Cresciuto in fretta per via delle sue vicende familiari e della guerra, s’innamora a prima vista di Tatiana e da quel momento si mette al suo servizio, in ogni senso. Lui è l’unico a notare quanto lei si sacrifichi, l’unico ad ascoltarla, a incoraggiarla, a offrirle amore senza mai chiedere niente in cambio. Sì, Shura è bellissimo e amarlo è facile, ma anche lui è testardo e ostinato quanto Tatiana. Anche lui, consapevole del dolore e degli stenti causati dalla guerra, cerca di fare ciò che ritiene meglio per lei. La ama immensamente ma è disposto a perderla, se questo significa farla essere al sicuro.

Le loro volontà, così forti e tenaci, si scontrano spesso. Ma l’amore… L’amore trionfa e sboccia, ed è travolgente, immenso. Unico. Un amore misto al dolore, all’altruismo, al dovere, ma pur sempre amore.

Mi fermo qui, altrimenti scriverei un libro su di loro 😀 Fate un favore a voi stess*: leggetelo. Fatevi trasportare indietro nel tempo, dentro una storia d’amore che vi terrà svegli la notte e che, anche una volta chiuso il libro, resterà con voi, nel vostro cuore, tra i ricordi più belli.

Alla prossima, la vostra Emma.

Recensione: “Daisy Jones and The Six” di Taylor Jenkins Reid

Bentrovat* 🙂 Oggi vi parlo di una storia assolutamente imperdibile!!! E vi dirò, il libro è bello ma, in questo caso, l’audiolibro spacca!!!

Autore: Taylor Jenkins Reid

Genere: Narrativa

Anno: 2019

VOTO: 5

Trama (fonte: Amazon). Daisy Jones & The Six: un gruppo rock diventato leggenda. I loro concerti hanno riempito gli stadi di tutto il mondo, le loro canzoni hanno infiammato le notti di un’intera generazione. Il loro mito è la favola di un’ascesa folgorante, dalle prime esibizioni nei locali underground al successo planetario. È l’incarnazione stessa di un’epoca in cui sesso, droga e rock’n’roll sembravano inscindibili. È la sintesi di un’alchimia perfetta: quel magnetismo unico tra Billy Dunne – il frontman della band, carismatico e tormentato – e Daisy Jones, splendida cover girl e cantautrice dal talento naturale, spirito libero e inafferrabile. Eppure, il 12 luglio 1979, dopo un concerto memorabile, il gruppo è scoppiato, sciogliendosi per sempre. Nessuno ha mai saputo perché… Fino a oggi. Ex musicisti e manager, giornalisti e famigliari: sono stati tutti testimoni, e adesso, a quarant’anni di distanza, sono finalmente pronti a raccontare la verità. Ma ognuno ha la propria versione dei fatti.
Quella che rivive nelle loro voci è una storia di ragazzi di vent’anni, amici e amanti, fratelli e rivali; idoli sul palco, anime fragili a riflettori spenti. Una storia di notti folli e albe smarrite, sogni troppo grandi da afferrare e demoni troppo forti da annientare, passioni che accendono il sangue nelle vene e stelle che brillano fino a incendiare il cielo.
Perché una canzone non è mai soltanto una semplice canzone. C’è la vita, nella musica. Ed è impossibile dire dove finisca l’una e inizi l’altra.

Perché l’audiolibro, tanto per cominciare? Perché grazie alla bravura assoluta dei narratori si riesce a immergersi completamente nella storia, al punto da arrivare a credere che sia vera! Eh sì, ragazzi miei, perché la storia è un assoluto fake. Daisy Jones e i The Six non esistono! Sono un’invenzione dell’autrice ma, nonostante questo, sembrano reali in tutto e per tutto. Le vite dei protagonisti vengono narrate nei dettagli, mostrandoci un quadro completo dei singoli musicisti e delle figure di contorno, più o meno minori. Ovviamente, spiccano i due leader, Billy e Daisy. Due persone che, sebbene in modo differente, conoscono l’abbandono genitoriale, gli eccessi legati al mondo della musica, la solitudine e la paura di non farcela. Tra loro accade di tutto: diffidano l’uno dell’altro, si detestano, a volte si feriscono, ma poi iniziano a comprendersi. A capire che sono preda degli stessi demoni. E sebbene Billy ne sia uscito per amore di Camila e della loro famiglia, è evidente quanto la sua lotta per non cedere sia continua ed estenuante. E come, a un certo punto, quella lotta riguardi anche Daisy. Perché lei, con i suoi demoni, con la sua resa quasi totale alle droghe, all’alcol, all’autodistruzione, rappresenta la tentazione maggiore per Billy. La loro sintonia sul palco e nel comporre canzoni è ciò a cui vorrebbero abbandonarsi, ma non possono. Hanno scrupoli, una coscienza e la lucida capacità di comprendere quante e quali conseguenze affronterebbero, nel caso si lasciassero andare alla loro potente attrazione. La loro è una storia di desiderio e rinuncia, di tentazioni e negazioni, che portano inevitabilmente alla rottura della band. Non che gli altri membri non contribuiscano… Una serie di eventi collaterali portano la band a smembrarsi nello stesso momento, proprio quando era sulla cresta dell’onda. E su Daisy, cosa posso dirvi? Onestamente, l’ho detestata, almeno sulle prime. Lei è la classica figlia di ricconi annoiati, che sin da adolescente comprende di essere bellissima e sfrutta, più o meno, tale bellezza per divertirsi. Le droghe e l’alcol hanno un peso enorme nella sua crescita, che però non è emotiva. Da quel punto di vista, resta a lungo viziatissima, arrogante, egocentrica. Non vede al di là del suo naso e neppure le importa. Sa di essere talentuosa, ma ha solo pretese e non comprende il significato della parola impegno. Solo quando incontra i The Six e soprattutto Billy inizia a capire che i suoi testi, per esempio, sono solo un esercizio stilistico, incompleto e infantile. Nel momento in cui ci si dedica, inizia a crescere, a capire chi è realmente e cosa può arrivare a fare. Certo, resta egoista a lungo, superficiale, ma le droghe la condizionano molto. Daisy è fondamentalmente buona, incapace di fare del male agli altri. Desidera l’amore, desidera essere vista, capita, amata, ma ha paura di tutto questo. Vede i limiti nella relazione tra lei e Billy e li rispetta in pieno, ma soffre da cani, molto più di lui.

Spendo infine due parole sul finale. Ha riservato qualche sorpresa, che non ho gradito molto. Tuttavia, credo fosse proprio il finale giusto, pur costantemente “pilotato” da una delle figure legate alla band. E qui mi zittisco.

Un applauso fragoroso all’autrice, che dà vita a un romanzo corale, fintamente biografico, in cui ciascuno pensa, riflette, ride, ama, odia, s’incazza. Tutti i personaggi vivono, respirano, suonano. Avrei voluto persino un romanzo a parte per Graham e Karen e magari un finale diverso, ma non sono io l’autrice del libro e le scelte altrui vanno rispettate. La musica è una componente attiva e meravigliosa della storia, e giuro che sin dalle prime pagine si crede a tutto: che queste persone siano esistite, che siano diventate celebri in tutto il mondo, che abbiano vissuto una vita all’insegna del sesso, dell’alcol, della droga e del rock and roll. Una full immersion meravigliosa, che ho fatto anche fatica ad abbandonare. Per questo, consiglio l’audiolibro a tutti. Una storia così imperdibile va ascoltata!

Lo avete letto o ascoltato? Cosa ne avete pensato? Lasciate un commento, se vi va. A presto, la prossima Emma!

Recensione: “La casa” (Blackwater 3) di Michael McDowell

Eccomi qua, di lunedì e senza caffè… Una giornata storta, per questo aspetterò martedì per parlarvi di questo manifico libro 😉

Autore: Michael MCDowell

Genere: Horror

Anno: 2023 (riedizione)

VOTO: 5

Trama (fonte: Amazon): 1928, Perdido. Il clan Caskey è dilaniato dalla spietata lotta tra Mary-Love ed Elinor. Ma all’orizzonte si allungano altre ombre: sui legami, sui patrimoni, sulle anime. E le ripercussioni varcheranno i confini dell’immaginazione.
Da quando Elinor ha preso possesso della casa più bella di Perdido, negli angoli bui della magione allignano ricordi spaventosi che, come ragni instancabili, tessono tele mortali.

Non sapevo se questa serie potesse diventare più bella di quanto per me era già, ma per mia fortuna lo è diventata. Questo libro è straordinario, pieno di colpi di scena, di paura genuina, di emozioni. Grandi protagoniste sono Elinor e soprattutto Mary Love, sempre più odiosa, capace di enormi bassezze. Nell’ampio arco temporale, lei diventa sempre più egoista e perfida, mentre Elinor se ne resta in disparte, quasi defilata, per curare la figlia Francis. Figlia che, insieme a Miriam e a tutti gli altri bambini, vediamo crescere e seguiamo nel loro percorso di vita. Un percorso ad ostacoli, va da sé. Anche gli adulti hanno ampio spazio e ammetto che è stato soddisfacente che l’autore ci mostrasse la vita di ogni singola famiglia, alle quali ormai mi sono affezionata. E a proposito della casa a cui il titolo fa riferimento… Io non ci entrerei neanche morta! 🙂

Vorrei potervi dire di più, scendere nei dettagli, ma farei un torto all’autore (che riposi in pace) e alla bellissima saga familiare che ha creato. Vi consiglio però di leggerlo, di ascoltarlo, insomma, di non perdervelo per nessun motivo al mondo! Ne varrà la pena!

Alla prossima, la vostra Emma

Recensione: “Ogni coincidenza ha un’anima” di Fabio Stassi

Bentrovat* amic*! Oggi vi parlo di un libro meraviglioso, che ho ascoltato grazie a Storytel e che ritengo imperdibile per chi ama i libri!

Autore: Fabio Stassi

Genere: Narrativa

Anno: 2018

VOTO: 5

Trama (fonte: Amazon). Il biblioterapeuta Vince Corso torna con un nuovo caso: una donna gli racconta ha un fratello malato di Alzheimer che da qualche tempo ripete delle frasi spezzate, sempre le stesse, senza alcun legame tra di loro. Era stato uno studioso di fama e un lettore vorace e quelle parole potrebbero essere citazioni da un romanzo. La sorella vuole scoprire di che romanzo si tratta per leggerglielo a voce alta. Il biblioterapeuta si mette al lavoro, con una domanda che lo assilla: se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti?

Mi sono imbattuta in questo libro per caso, mentre sfogliavo gli audiolibri presenti su Storytel, e ammetto che ciò che mi ha convinta a leggerlo è stato sapere che lo leggeva Neri Marcorè, di cui adoro la voce. Detto questo, non sapevo neanche che fosse il terzo di una serie, eppure vi assicuro che questa informazione è irrilevante. La storia è assolutamente autoconclusiva, non rimanda a nulla e la si può leggere senza temere riferimenti ad altri volumi. Ma di cosa parla questo libro?

Di libri. Di libri di ogni genere, le storie dei quali sembrano adattarsi all’età del lettore, per chissà quale magia. Ma anche della vita, soprattutto della vita. Parla di ricordi, di chi ama i libri, di chi li cita a memoria e di chi li ha scordati. Di chi ne ha bisogno per guarire l’anima e persino di chi li “vampirizza”, copiandone la struttura, gli eventi, i personaggi, per crearne un altro e pubblicarlo a proprio nome.

Confesso che andavo in brodo di giuggiole quando l’autore citava libri che ho letto e che ancora ricordo. In qualche modo, riusciva a farmi sentire parte del racconto, nonostante nessuno dei personaggi mi somigli, tantomeno Vince, il biblioterapeuta che, a furia di guardare i libri, si è dimenticato di guardare la realtà.

Ambientazione romana perfetta, sublime, realistica e poetica allo stesso tempo. Personaggi realistici, eppure anche un po’ sopra le righe, con le loro bugie, le paure, i pudori. Li ho amati tutti, incluso Django, il cane di Vince.

Naturalmente, adesso mi tocca recuperare gli altri della serie, ma vi prego, leggete questo libro. Anzi meglio, ascoltate l’audiolibro. Scoprite in quanti modi differenti una storia scritta può fare la differenza nella vita di ciscuno di noi.

A presto, la vostra Emma

Recensione. “Come un uragano” di Nicholas Sparks

Bentrovat* amic* 🙂 Oggi torno a parlarvi di questo autore che, con Ricordati di guardare la luna mi aveva conquistata. Con questo libro, invece, le cose sono andate male. Anzi, malissimo.

Autore: Nicholas Sparks

Genere: Rosa

Anno: 2010

VOTO: 2

Trama (fonte: Amazon): È inverno, e su un’isoletta del North Carolina Paul e Adrienne incrociano i loro destini. Entrambi stanno cercando faticosamente di rimettere insieme i cocci delle proprie esistenze e in quel luogo appartato che sarà investito da un uragano entrano a poco a poco in confidenza. Così, riscoprono la bellezza della complicità con un altro essere umano e, soprattutto, sentono accendersi nuovamente la voglia di abbandonarsi al desiderio e all’amore. Fuori c’è la tempesta, ma la sua furia non è paragonabile alla forza dirompente del sentimento che nasce tra loro. Struggente e appassionato, un romanzo indimenticabile, dal quale è stato tratto l’omonimo film con Richard Gere e Diane Lane diretto da George C. Wolfe

Ero piena di aspettative, non lo nego. Speravo in una storia dolce, romantica, indimenticabile ed è evidente che l’intenzione dell’autore fosse quella di crearne una così. In realtà, però, ha fallito, dando vita a una storia banale, a volte proprio noiosa e prosaica. I due personaggi, Adrienne e Paul, avevano del potenziale ma restano prigionieri delle loro vite piatte, segnate dall’abitudine e dal dovere nei confronti di figli, genitori, amici. Ancora una volta, l’autore è ricorso all’espediente della corrispondenza, attraverso cui si scoprono lati nascosti ed eventi che altrimenti il lettore ignorerebbe. Tuttavia, la storia ha pochi momenti emozionanti e, se devo dirla tutta, l’unico in cui il libro assume una profondità meravigliosa è quando il marito della paziente deceduta di Paul parla della moglie. E ce n’è un altro, in effetti, alla fine del libro, ma di questo preferisco non parlare per non fare spoiler. In generale, lo stile semplice non aiuta, né rende particolarmente memorabile questa storia di insta-love, fatta solo di rimpianti e lacrime.

Aggiungo una nota importante per chi ascolterà questa storia tramite audiolibro: per me è stato un incubo. La narratrice ha una voce monotona, monocorde, ed è assolutamente incapace di pronunciare bene il nome di Adrienne, chiamata costantemente Adrian. Tant’è che all’inizio, non sapendo nulla della trama, pensavo fosse un M/M. Davvero brutto, forse sarebbe stato meglio leggere il libro. Pensateci, prima di iniziarlo.

Alla prossima, la vostra Emma Black

Recensione: “Lupa Nera” di Juan Gómez-Jurado

Bentrovat* amic*! Dopo una breve pausa, dettata da motivi personali, rieccomi con le mie recensioni senza peli sulla lingua. Oggi vi parlo del secondo volume di una serie che sto amando alla follia e alla quale ritorno dopo aver variato un po’, tanto per staccare.

Autore: Juan Gómez-Jurado

Genere: Thriller

Anno: 2022

VOTO: 4

Onestamente non ricordo se ho recensito il primo volume di questa trilogia della Regina Rossa, ma vedrò di rimediare adesso. Protagonista è Antonia Scott, genio mezzo spagnolo e mezzo inglese, che ha pagato a caro prezzo il fatto di essere la Regina Rossa spagnola, ovvero di ricoprire il ruolo di super esperta, alla quale questa segreta divisione di polizia internazionale si rivolge nei casi particolarmente difficili. Suo marito, infatti, è immobilizzato a letto, in un coma irreversibile, a causa di un nemico che in realtà cercava lei. Suo figlio le è stato tolto dal suo stesso padre, un console di alto profilo. La sua asocialità è estrema, la sua incapacità di farsi toccare totale. E poi c’è Jon Gutiérrez, poliziotto corpulento, non che sia grasso (cit). Finito nei guai a causa del suo cuore d’oro, accetta di fare da balia ad Antonia, ma è molto più di questo. Un compagno fedele, intelligente, che sa riportare Antonia alla realtà e riesce a completarla laddove lei fatica a interagire con gli altri. Il loro è un connubio riuscitissimo, e il primo volume della triologia è davvero splendido. Questo secondo, invece, un po’ mi ha delusa perchè avevo la continua sensazione che l’autore non sapesse o non volesse arrivare alla conclusione e continuava a tergiversare, inserendo infodump noioso. Ho trovato anche una Antonia meno brillante, un po’ sottotono. Al contrario, Jon l’ho amato come non mai. Quest’orso buono, gay sfigato, che tutti sottovalutano tranne Antonia, ha un modo di parlare, di agire, di pensare che adoro. E lo adoro grazie allo stile dell’autore, che ritengo fenomenale nel suo essere diretto, astuto, brillante. Le sue metafore sono così profonde e azzeccate da costringermi ogni volta a fermare l’ascolto dell’audiolibro e riascoltarle, mentre cerco di assaporarle con più lentezza. Manifico davvero. Ora mi attende l’ultimo volume e non so se sono pronta, ma per fortuna l’autore è abbastanza prolifico e sono certa che troverò altro pane per i miei denti 😉

Alla prossima, la vostra Emma Black

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